venerdì 5 luglio 2013

Il Mistero e il Fascino dei Gatti Ispirazione nei Poeti



il connubio tra i gatti e la poesia risale alla notte dei tempi. Incantati dai loro movimenti, così pieni di grazia e sinuosi, dal carattere indipendente, dall’affetto che riescono ad esprimere, grandi poeti di tutti i tempi hanno dedicato versi innamorati al loro animale.



E’ dagli albori della civiltà umana che uomini e gatti convivono e condividono il mondo della fantasia e del sogno: da quando gli egizi subirono il fascino di questa creatura straordinaria, questo legame si è sempre più rafforzato nel tempo, con brevi e vergognose pause in cui il gatto ha subito persecuzioni di fanatici che preferivano la piaga mortale della pestilenza all’amicizia di una creatura così misteriosa ed affascinante.

Una misteriosa creatura, il gatto, che è sempre presente in tutte le epoche e presso tutte le culture più raffinate,  elevata spesso al rango di divinità.

Geoffrey Chaucer (1343 – 1400) fu un autore e poeta inglese, che nel 14° secolo scrisse alcune poesie riferite ai gatti. La più conosciuta, scritta in inglese antico (linguaggio nel quale sono presenti chiare influenze francesi), è forse quella inserita ne “I Racconti di Canterbury” – nel racconto L’economo. Il poema descrive come il gatto, al quale è stato offerta ogni prelibatezza culinaria umana, rifiuti sprezzante preferendo un topo.

In una poesia di Thomas Gray, scritta nel 18° secolo, il poeta utilizza uno stile eroico per descrivere quello che era considerato un animale umile. Nella sua “Ode alla morte di un gatto tra i preferiti, affogato in una vaschetta per pesci rossi”, è presente la morale che il gatto (morto nel tentativo di pescare dei pesci rossi dalla loro vaschetta) doveva imparare che “non è tutto oro quel che luccica”.

Il poeta Aldous Leonard Huxley era solito dire, a chi gli chiedesse il segreto per avere successo in letteratura, “Se volete scrivere, tenete con voi dei gatti“.

Torquato Tasso, grande poeta del ’500, scrisse “Sonetto per i miei gatti”, nel quale chiedeva in prestito alla sua gatta gli occhi per poter scrivere anche di notte.

Charles Baudelaire, poeta francese autore de “I Fiori del male”, era un grande amante dei gatti e a questi animali misteriosi e affascinanti ha dedicato molti versi contenuti nella raccolta “Spleen e Ideale”.

Noto era l’amore delle tre sorelle Charlotte, Emily e Anne Bronte per i loro gatti, tanto che in molti dei loro romanzi e delle loro poesie frequenti sono i riferimenti ai loro felini.

Thomas Stearns Eliot (1888-1965), poeta inglese e drammaturgo, era un grande amante dei gatti: basti pensare alla sua poesia “I nomi dei gatti” o ai testi dell’opera “Cat’s” (poi messo in musica da Webber).

Roberto Gagliardi, autore contemporaneo, ha dedicato ad uno dei tanti gatti che ha amato durante la vita, un poemetto con un titolo esplicitamente allusivo “La Micizia”, un gioco di parole che racchiude il tipo di amicizia esclusiva e specialissima che solo un gatto può donare all’uomo.



Fonte
http://accessorigatti.com/blog/curiosita/gatti-in-poesi/

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