venerdì 22 febbraio 2013

Proverbi Italiani su gli Animali


                   Vecchi Proverbi Italiani sui Nostri Amici Animali
                                                                                     



A bue vecchio campanaccio nuovo.                                                            
A can che lecca cenere, non affidar farina.
A cattivo cane corto legname.
A caval donato non si guarda in bocca.
A cavallo che corre non abbisognano sproni.
A gatto vecchio dàgli il topo giovane.
A gatto vecchio, sorcio tenerello.
A pentola che bolle, gatta non s'accosta.
Al buio tutte le gatte sono bigie.
Al cane vecchio la volpe sputa in faccia.
Al gatto che lecca lo spiedo, non affidare l'arrosto.
Anche il bue dell'imperatore ha solo due corna.
Anche il cane col dimenar la coda si guadagna le spese.
Ara con i buoi e semina con le vacche.
Avere un occhio alla gatta e uno alla padella.
Bisogna rispettare il cane per il padrone.
Botte e pane fanno il cane.                                                                              
Bue lungo e cavallo corto.
Bue moro, merda d'oro.
Bue, cavallo e porco vogliono aver gran corpo.
Campa cavallo che l'erba cresce (da Ubaldo di Montevago).
Can ringhioso e non forzoso, guai alla sua pelle.
Cane addormentato e cavallo sveglio.
Cane amoroso, sempre velenoso.
Cane che abbaia non morde.
Cane e gatta tre ne porta e tre ne allatta.
Cane e lepre corrono ambedue, ma ciascuno per un fine diverso.
Cane mogio e caval desto.                                                                  
Cane non mangia cane.
Cane vecchio non abbaia invano.
Cani e villani non chiudono l'uscio.
Carezze di cane, di sgualdrine e invito di oste, non è poco quello che costano.
Castra presto e ferra tardi.
Cavallo che si volta indietro, ha poca voglia di andare avanti.
Cavallo scappato da sé si castiga.
Cerca la preda al cacciatore il cane, e n'ha in compenso poco e rozzo pane.
Che colpa ci ha la gatta se la massaia è matta?.
Chi ama me, ama il mio cane.
Chi asino nasce, asino muore.
Chi da gallina nasce convien che razzoli.
Chi di gatta nasce sorci piglia, se non gli piglia non è sua figlia.
Chi discende dai cani, volentieri abbaia.
Chi dorme coi cani, si alza con le pulci.
Chi ha carro e buoi fa bene i fatti suoi.
Chi mangia le oche del re, si soffoca con le penne.                                  
Chi nasce di gatta, piglia i topi al buio.
Chi nasce gatta, piglia i topi al buio.
Chi nasce lupo, non muore agnello.
Chi non ha il gatto mantiene i topi, e chi ce l'ha mantiene tutti e due.
Chi non ha pietà per il cane, non ne ha per gli uomini.
Chi serba, serba al gatto.
Chi sparagna, vien la gatta e glielo magna.
Chi teme il cane si assicura dal morso.
Chi tocca il can che giace, ha qualcosa che non gli piace.
Chi tocca il cane, tocca il padrone.
Chi troppo ride ha natura di matto; e chi non ride è di razza di gatto.
Chi va a caccia senza cani, torna a casa senza lepre.
Con cavalli tristi e buoni porta sempre gli speroni.
Con un giovane cavallo devi sempre farci il callo.
Corre un pezzo la lepre, un pezzo il cane; così s'alternano le vicende umane.
Dai buoi vecchi imparano ad arare i giovani.
Dal becco vien l'uovo.
Dal bue dinanzi, dal mulo di dietro e dalla donna, da tutte le parti.
Di casa la gatta il topo non esce a corpo pieno.
Di notte (o di sera) tutti i gatti sono bigi.
Dio ti guardi da quella gatta che davanti ti lecca e di dietro ti graffia.
Disgraziata quella bestia che non scaccia le mosche con la sua coda.
Dodici galline e un gallo, mangiano come un cavallo.
Dove son corna son quattrini.
Dove son donne e gatti, son più parole che fatti.
Dove sono i pulcini, ivi è l'occhio della chioccia.
È male giudicare le unghie ai gatti.
È meglio esser capo di lucertola, che coda di dragone, (o capo di gatto, che coda di leone, o capo di luccio, che coda di storione).
E meglio un cane vivo che un leone morto.
È meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Felice chi ara il campo con i suoi buoi.
Femmine e galline, se giran troppo si perdono.
Finché la cresta non le copre l'occhio, la gallina non fa il "cocco".
Gallina che canta ha fatto l'uovo.
Gallina mugellese, ha cent'anni e mostra un mese.
Gallina pelata non fa l'uovo.
Gallina vecchia fa buon brodo.
Gallina vecchia vuol galletto giovane.
Galline giovani per far le uova e vecchie per covarle.
Gallo di mugnaio, gatto di beccaio, garzone d'oste, ortolano di frati e fattor di monache.
Gatta che fa toletta, acqua aspetta.
Gatta inguantata non prese mai topo.
Gatto che non è goloso non piglia mai sorcio.
Gatto non goloso, non prese mai topi.
Gatto rinchiuso diventa leone.
Gli storni a stare in gruppo, dimagriscono.
Guardati da cane rabbioso e da uomo sospettoso.
Guardati dai cani, dai gatti, e dalle donne coi mustacchi.
I cani abbaiano a chi non conoscono.                                                                      
I cani sentono la traccia del padrone.
I figliuoli de' gatti pigliano i topi.
Il bue lascialo pisciare e saziar di arare.
Il bue magro serve malamente da vivo, quello grasso serve da vivo e da morto.
Il bue mangia fieno, perché si ricorda di essere stato erba.
Il bue non domo, in terra aliena si fa mansueto e domo.
Il can che abbaia, corre e salta in chiesa, raro è che esca con la schiena lesa.
Il cane che ha rubato il lardo al cuoco, si tien la coda fra le gambe al fuoco.
Il cane del fabbro dorme al rumore del martello e si desta a quello delle ganasce.
Il cane non abbaia per la casa, ma per se stesso.
Il cane non può portar la soma, e l'asino non può cacciar la lepre.
Il cane rode l'osso perché non lo può inghiottire.
Il cane rosicchia l'osso perché non lo può masticare.
Il cane si alletta più con le carezze che con la catena. .
Il cane vecchio non abbaia invano.
Il cane vecchio non si abitua più alla catena.
Il gatto aveva un campo e per un pesce l'ha venduto.
Il gatto brontola sempre, anche quando è contento.
Il gatto rinchiuso diventa un leone.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Il pesce grosso mangia il pesce piccolo.
Il pesce nuota nell'acqua e affoga nell'olio.
Il pesce puzza dalla testa.
In casa d'altri loda tutti fino i figli cattivi o brutti, fino al gatto che ti sgraffigna, fino al can che ti mordigna.
In mancanza di cavalli, gli asini trottano.

La donna alla finestra, la gatta alla minestra.
La gallina che razzola per casa, se non beccola ha già beccolato.
La gallina cova male fuori dal suo nido.
La gallina molto secca, ben becca.
La gallina nera fa l'uovo bianco.                                                                  
La gatta caro vende, e il cavallo mezzo dona.
La gatta frettolosa (o presciolosa) fece i gattini ciechi.
La gatta grassa fa onore alla casa.
La gatta ha sette vite, e la donna sette più.
La gatta vorrebbe mangiar pesci ma non pescare.
La rana, quando è abituata al pantano, se non ci va oggi ci va domani.
La sella d'oro non migliora il cavallo.
La volpe sogna le galline e il lupo le pecore.
L'aiuto del vero amico non giunge tirato dai buoi.
L'asina col puledrino non va più al mulino.                                    
L'asino dove è cascato una volta non ci casca più.
L'asino, quando ha mangiato la biada, tira calci al corbello.
Le bestie si trattano da bestie.
Le donne son come i gatti; finché non battono il naso, non muoiono.
Le galline fanno le uova dal becco. [Perché è dal becco che si nutrono]
Letame di cavallo non fa fallo, quello di bue fa quello che può, quello di pecora fa moltissimo.
L'ingordo cane che due lepri caccia, ben presto d'ambedue perde la traccia.
Male abbaia il cane, quando abbaia per paura.
Matta è quella pecora che si confessa al lupo.
Meglio un merlo in mano che due sulla siepe.
Mentre il cane si gratta, la lepre scappa.
Mogli che non contraddicono e galline che facciano le uova d'oro, sono uccelli rari.
Moglie e buoi dei paesi tuoi.
Molti cavalli e molti cani, fanno di un ricco un poverino.
Molti fan la guerra per un uovo, e lasciano intanto scappar la gallina.
Molto sa il topo, ma però più il gatto.
Nessuno vuole attaccare il sonaglio alla gatta.
Non bisogna mettere il carro davanti ai buoi.
Non dar del pane al cane ogni volta che dimena la coda.
Non fu mai gatta che non corresse a' topi.
Non si grida mai al lupo che non sia in paese.
Non si possono raddrizzare le anche ai cani.
Non si può prendere una gallina per le mammelle.
Non v'è gallina né gallinaccia che di gennaio uova non faccia.
Ogni formica ama il suo buco.
Ogni gallina raspa per sé stessa.                                                                
Ogni gatta ha il suo gennaio
Ogni gatta vuole il sonaglio.
Per la gallina che in tre giorni non ti fa neppure un uovo, usa la pentola.
Placato il cane, facile è rubare.
Quando fiorisce il sambuco, le galline stringono il buco.
Quando i bovi non vogliono arare, non serve fischiare.
Quando il basto è andato sotto la pancia, si fatica a tirarlo su.
Quando il cane sale sul cuscino vuol giacere nel letto.
Quando il gatto non c'è, i topi ballano.
Quando la gatta non è in casa, i topi ballano.
Quando la rondine vola male, s'avvicina il temporale.
Quando la volpe pratica, guardatevi galline.
Quando la volpe predica, guardatevi le galline.
Quando manca la gatta (o quando la gatta non è in paese) i topi ballano.
Quando scherzi col gatto e l'accarezzi, non sai che fine avran mai quei vezzi.
Quanto più si frega la schiena al gatto, più rizza la coda.
Raglio d'asino non arrivò mai in cielo.
Riunione di volpi, strage di galline.
Se il gatto starnuta il tempo muta.
Se il tuo gatto è ladro, non lo cacciar di casa.
Se l'allodola canta sull'altura, prendi la falce per la mietitura.
Si prendono più mosche con una goccia di miele che con una botte d'aceto.
Sotto consiglio non richiesto gatta ci cova.
Taglia la coda al cane, e resta cane.
Tanti cani uccidono il lupo, un cane solo ulula alla luna.
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Tristo quel cane che si lascia prendere la coda in mano.
Tutti i cani muovono la coda e tutti gli sciocchi voglion dir la loro.
Tutti sanno quante paia fanno tre buoi.
Ugna di leone e lingua di gatto guariscon del matto.
Un asino trova sempre un altro asino che lo ammira.
Un cattivo cane rode una buona corda.
Un occhio alla pentola, e uno alla gatta.
Vacche e buoi di strigliare spesso bada, perché la striglia è una seconda biada.
Val più un asino vivo che un dottore morto.
Vecchia gallina ingrassa la cucina.                                                                            


Fonte
https://sites.google.com/site/proverbiitaliani/gli-animali

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