lunedì 4 febbraio 2013

Un Gatto di strada di Nome Bob





                                            Un gatto di strada di nome Bob





Un ragazzo suona la chitarra seduto per terra. Strimpella qualche accordo, poi si aggiusta i capelli che gli sono scivolati davanti agli occhi, sorride e guarda le persone che gli passano davanti, indaffarate, nervose, prese nel vortice della quotidianità in una Londra dal cielo grigio e piatto. Ma alcune si fermano, irresistibilmente attratte dal piccolo compagno che sta appollaiato sulla spalla del ragazzo. Una coppia bizzarra, stranamente colorata e pacifica nel caos metropolitano. Siamo a Covent Garden e loro sono James Bowen e Bob, il gatto di strada, compagno inseparabile dell’umano al quale ha “salvato” la vita. Il gatto, un ginger tomcat dal pelo rosso e lo sguardo acuto, è divenuto in poco tempo un piccolo fenomeno a Londra, al punto da avere una sua oyster card che gli è stata consegnata dalla London Underground.

La loro storia inizia nel 2007 per un incontro fortuito, destinato a cambiare la vita di entrambi, come viene raccontato nel libro A Street Cat Named Bob (Un gatto di strada di nome Bob), pubblicato in Inghilterra da Hodder & Stoughton. La presentazione in una libreria di Londra, il 15 marzo, è stata un vero successo: le 400 copie previste sono andate subito esaurite e una folla di persone attendeva impaziente l’autografo di James e persino di Bob, che si è limitato a porgere la zampa socchiudendo gli occhi.

James, che ora ha 33 anni, divide la sua vita in due fasi: prima di Bob e dopo. Prima di incontrare il suo piccolo amico, aveva condotto un’esistenza dura che aveva lasciato profonde cicatrici dentro di lui: dopo il divorzio dei genitori, viene costretto a trasferirsi in Australia con la madre e il patrigno, un uomo che detesta. Nel 1997, dopo un’adolescenza di bullismo scolastico, torna a Londra e cerca aiuto dalla sorella ma neanche da lei trova un luogo da poter definire casa: inizia così un lungo periodo di spostamenti e traslochi, in una spirale discendente fino all’abuso di droghe e alcol.
«Per un po’ è diventato tutto come avvolto in una nebbia. E’ stato un percorso molto, molto lungo. Ho passato molti anni negli ostelli e nei rifugi contro il freddo. Negli ostelli, tutti erano o drogati o alcolizzati, così sono caduto in una trappola fin troppo facile.»
Un volta toccato il fondo, James riesce faticosamente a risalire grazie all’aiuto di Belle, la sua compagna di allora (anche lei ex-eroinomane) e agli istituti di supporto e beneficenza. La sua vita non è ancora stabile e il suo corpo ancora lotta contro la dipendenza dalle droghe, ma, una notte, dopo essersi trasferito in un appartamento a Tottenham, appare un gatto alla sua porta, gravemente ferito a una gamba. James capisce che deve aiutarlo immediatamente e senza perdere tempo lo accoglie in casa e lo cura. Da allora, Bob non lo ha più lasciato, seguendolo di sua iniziativa persino sull’autobus e sulla metropolitana.
«Siamo due anime ferite che cercano qualcuno di cui fidarsi… e noi ci fidiamo l’uno dell’altro. Io ho ancora difficoltà a fidarmi delle persone. Ma una cosa di Bob è che lui non mi mente mai. Anche quando non ha fame, lui non finge di averne, come fanno la maggior parte dei gatti, solo per essere ingordi.» James non è religioso, ma crede nel karma. «Penso che devo aver fatto qualcosa di buono perché lui si sia fatto avanti.»

Il libro, A Street Cat Named Bob, è stato scritto da James in collaborazione con lo scrittore Garry Jenkins in un caffè di Islington: ha ottenuto il contratto editoriale grazie all’agente letteraria, Mary Pachnos, che era solita passare davanti a lui ogni giorno e si incuriosì al punto di chiedergli la storia della sua vita. «E’ una storia dannatamente buona, non è vero?» le disse James, «Ed è la verità, ogni parola. E’ una vita abbastanza interessante quella che abbiamo fatto io e Bob.»

Se il librò venderà, la prima cosa che vorrebbe fare è comprare l’assicurazione per Bob, che non può permettersi al momento, ma di cui necessita assolutamente perché lui stesso non osa pensare cosa potrebbe accadere se il gatto avesse bisogno di cure mediche costose.
«Lui è quello per cui mi sveglio ogni giorno adesso. Sarà orribile quando mi lascerà, perché so che i gatti non vivono a lungo quanto gli esseri umani… Ma sicuramente lui mi ha dato la giusta direzione per vivere la mia vita.»
Una piccola storia d’amore.

Bob non è famoso solo a Londra ma anche in America e addirittura in Russia, dove gli è stato riservato un servizio in televisione, e pian piano si sta facendo conoscere in tutto il mondo.




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