martedì 15 gennaio 2013

La Favola Del Gatto Mammone


"Questa e' una favola che raccontava la mia nonna quando ero piccolino ..e ne sono passati di anni....
non e' l'originale pero' e' una buona versione"



                                       La favola del Gatto Mammone



"C'era una volta una madre che aveva due figlie femmine: una si chiamava Lina e l'altra Lena. Lina era brutta di faccia e brutta di cuore; Lena invece era bella e buona. Eppure (chi lo crederebbe?) la madre voleva più bene a Lina che a Lena. A Lina avrebbe perfino portato l'acqua con le orecchie, mentre per la povera Lena non c'erano altro che male parole, rimproveri e bastonate. E, come se non bastasse, doveva sfacchinare dalla mattina alla sera. Toccava a lei cucire, sciacquare i piatti, scopare la casa, andare alla fontana a lavare i panni, fare il bucato e tutto il resto. Tutto a lei. E guai se i panni non erano lavati bene (e con un pezzetto appena appena di sapone!): arrivavano parolacce e schiaffoni a volontà!

Un lunedì, come tutti i lunedì, Lena andò alla fontana con tanta di quella biancheria da lavare che è meglio non parlarne. La disgrazia volle che, mentre era lì che lavava, il sapone le scivolasse dalle mani e andasse in fondo all'acqua. Provò a ripescarlo in tutti i modi, ma non ci riuscì. Come si fa, come non si fa... Povera Lena, afflitta e sconsolata, si mise per terra in un angolino e cominciò a piangere. Mentre stava lì a disperarsi ecco che passa una vecchina e le chiede perchè si strugge in tante lacrime. Lei disse "Nonnetta mia, mi succede questo e questo e quest'altro."
"Mbè" fece la vecchietta "asciugati gli occhi, non si deve piangere per così poco. Alzati e vai a bussare qui vicino, al palazzo del Gatto Mammone. Vedrai che ti darà un altro pezzo di sapone!"
Lena non se lo fece ripetere: s'asciugò gli occhi, andò al palazzo del Gatto Mammone, bussò e venne ad aprirle un gattino tutto bianco che sembrava un ermellino.
"Che vuoi?"
"Il Gatto Mammone"
"Che ti serve da lui?"
"Soltanto un pezzo di sapone. Il mio è caduto in fondo alla fontana."
"Entra pure"
Lena entrò in una grande stanza dove c'era un gattino che spazzava. Lei gli levò la scopa dalle zampette e si mise a spazzare al posto suo.
Passò in un'altra camera e vide un altro gatto che spolverava: prese lo spolverino e spolverò al posto suo. Andò in un'altra stanza e, vedendo un gattino che faticava a rifare i letti, l'aiutò e in meno di niente finirono tutto il lavoro.
Finalmente arrivò alla presenza del Gatto Mammone, che è un gatto grosso grosso, col pelo folto e lungo, due grandi occhi chiari e dolci, come hanno appunto le mamme buone. Nel sentire quello che Lena voleva, prima di accontentarla chiamò tutti i gattini e domandò se lei se lo meritava.
Tutti risposero: "Sì, sì, sì"
"Mi ha aiutato a spazzare tutta la stanza!"
"Mi ha aiutato a spolverare!"
"Ha rifatto tutti i letti!"
"Va bene allora tieni tesoruccio mio!" disse il Gatto Mammone "prendi questo bel pezzo di sapone. Ma stai bene attenta: quando sentirai cantare il gallo, devi voltarti; se però sentirai il somaro, no, non ti girare!"
Ella allora andò alla fontana e si mise a lavare.
All'improvviso sentì ragliare un somaro, e lei niente, non si muove di un millimetro. Al canto del gallo invece si voltò subito, e sulla fronte le si disegnò una stella d'oro.
Immaginatevi la sorella e la madre, quando la videro tornare a casa con quella stella d'oro splendente sulla fronte! A momenti crepavano dall'invidia! E su due piedi si fecero raccontare per filo e per segno come erano andate le cose.
Il giorno dopo la madre mandò Lina alla fontana. Lei arrivò, si fece cadere il sapone in fondo all'acqua, e giù a piangere lacrime finte.
Ecco che passa la solita vecchina, che quando conosce le ragioni di quel pianto, dice: "fai così, così e così" le stesse cose che aveva detto a Lena.
Lina andò a bussare al palazzo del Gatto Mammone, entrò e invece di essere garbata con i gattini, come aveva fatto sua sorella, fu impertinente e dispettosa.
Quando arrivò di fronte al Gatto Mammone, lui, prima di accontentarla, chiamò tutti i gattini e disse: "ditemi un po', merita o non merita di essere aiutata questa ragazza?"
E allora tutti i gattini si misero a strillare: "no, no, no!"
"A me ha detto che lei non è la serva di nessuno!"
"A me non ha detto niente, mi ha dato uno schiaffone!"
"A me ha quasi strappato un orecchio!"
"Va bene, eccoti un pezzo di sapone" fece il Gatto Mammone " e torna alla fontana. Quanto sentirai ragliare il somaro voltati."
Lina andò alla fontana e quando l'asino ragliò, si girò di scatto: in fronte le spuntò una bella coda di somaro!
Immaginatevi la madre quando se la vide comparire davanti in quel modo! Diventò una furia! Tutte e due andarono subito da quella povera Lena , la trascinarono in cantina e giù botte da orbi!
E non può succedere qualche volta che mentre dentro ti bastonano, fuori passa proprio il figlio del re?
Al sentire gli strilli di quella povera disgraziata, al giovane, che era buono e nobile d'animo, si strinse il cuore. Scese giù dalla carrozza e volle entrare per forza in quella casa per vedere cosa stava succedendo.
Non appena vide Lena, così gentile e aggraziata, ridotta in quello stato s'innamorò subito.
Quando poi venne a sapere da lei che vita da cani faceva in quella casa, il figlio del re la portò subito con sè a palazzo e dopo pochi giorni la sposò. E se lena non fosse caduta in ginocchio davanti a lui, per chiedere la grazia, sua madre e sua sorella se la sarebbero vista brutta. Perchè il re, che già le aveva fatte chiudere in carcere, voleva dar fuoco alle due donne in mezzo alla piazza!
Ma naturalmente voleva troppo bene a Lena per non dargliela vinta. Così le perdonò, ma consigliò a tutte e due di non farsi più vedere in giro. Per lo spavento le due donne si chiusero in casa e vi giuro che da allora non le ho più riviste!"





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