mercoledì 16 gennaio 2013

il Dolore di Tommy

                      "Questa e' una Storia che Gira in questi Giorni in internet e sui quotidiani Italiani"



                              Il dolore di Tommy, ogni giorno davanti all'altare del funerale





BRINDISI - Tommy non si perde una messa da quando Maria se ne è andata. L’ultima volta l’ha accompagnata in chiesa e lì l’aspetta tutti i giorni, alle 17 in punto torna da lei che non torna più. Quando sente le campane lascia i vecchietti della piazza e va ad accucciarsi all’altare, se ne sta buono buono accanto al prete mentre lui distribuisce le ostie, celebra matrimoni, battesimi e funerali. A volte s’addormenta dietro quelle parole lente. È Tommy, il cane che ascolta le preghiere. Solo ieri ha saltato la messa, pioveva troppo ed è rimasto nel recinto di casa, nella campagna di San Donaci, un paesino in provincia di Brindisi, ci vivono in settemila e sono la famiglia di Tommy.

Da quando Maria se ne è andata la casa non è più quella, non è lì che il pastore tedesco meticcio di 12 anni sente la presenza della padrona ma nella chiesa di Santa Maria Assunta. Il giorno dei funerali, due mesi fa, ha seguito il piccolo corteo, è rimasto accanto alla bara davanti ai banchi vuoti mentre don Donato Panna ricordava quella donna di cui non sapeva che dire. Maria te lu campu, in paese la chiamavano così, Maria dei campi che viveva da sola con quattro cani, tutti randagi, e a loro dedicava tutti i suoi pensieri. Aveva 57 anni e la gente ha conosciuto il suo cognome leggendo i manifesti funebri che la sorella ha fatto affiggere sui muri. Di origini abruzzesi, era arrivata ai confini della provincia di Lecce da bambina con la madre, e lì era rimasta.

I RANDAGI
Maria viveva per i cani, li raccoglieva per strada, li nutriva e li curava. La farmacista di San Donici le dava una mano e anche adesso continua ad assistere gli animali rimasti orfani. Porta cibo e acqua al recinto, si preoccupa che stiano in salute. Maria voleva bene a tutti e quattro ma era Tommy il suo compagno, quello che la seguiva tutti i giorni in giro per il paese e mentre lei faceva la spesa lui l’aspettava paziente davanti al negozio. Qualche volta l’aveva aspettata anche davanti alla chiesa, mai prima del funerale della padrona gli era stato permesso di entrare. Ma quel giorno il prete non se l’era sentito di lasciarlo fuori e l’aveva fatto stare accanto a lui durante la messa, da allora per Tommy le preghiere sono l’unico contatto con Maria, nell’ostinata attesa la fa in qualche modo rivivere.

LE CAMPANE
Il suono delle campane lo riporta lì. Il resto del tempo il cane lo passa in strada, è molto socievole. Si mette al centro dei capannelli dei vecchietti, in piazza, e sta lì ore, come se li ascoltasse. Gioca con la ragazzine che vanno a passeggio, va a prendersi le coccole del tabaccaio e poi fa una sosta in friggitoria per altre carezze. Segue tutti i cortei funebri e aspetta l’arrivo della bara all’altare. Ricordano i fedeli che un giorno c’era il funerale di una bambina di 12 anni, Tommy si è avvicinato al feretro e ha poggiato la zampa sul legno. Il sindaco di San Donici, Domenico Serio, voleva adottarlo ma un paese intero l’aveva già fatto, «non ho avuto cuore - dice - di strapparlo alla comunità».

Tommy come «Hachiko», il protagonista del film con Richard Gere che per circa dieci anni aspettò il padrone alla fermata del treno. O come il cane «senza nome», un piccolo bastardino color miele che per mesi ha visitato la tomba del sessantenne che viveva con lui a Tonara, in provincia di Nuoro, e questo non è un film ma una storia vera raccontata lo scorso aprile dal custode del cimitero. E come Bobby, il meticcio di quattro anni che per tre giorni ha vegliato il padrone ottantenne morto in caso a Genova. Juna non ce l’ha fatta ad aspettare, è morto a Terni lo stesso giorno del padrone.


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