Due poesie di Rainer Maria Rilke
A cura di Adriana Silvestro
Leggendo la poesia “Gatto nero” dello scrittore Rainer Maria Rilke (Praga 1975–Montreux 1926) ci ritroviamo imprigionati negli occhi d’ambra di questo piccolo felino, e il nostro sguardo resta rinchiuso per sempre in quelle sue sfere, simile ad “un insetto morto”. Non diversamente, lo sguardo della sua celebre “Pantera” del Jardin des Plantes è imprigionato tra le sbarre della gabbia, che ha fissato fino a diventare cieca. Rilke deve aver subito straordinariamente il fascino dei felini e, in queste poesie, estremamente oggettive, è come se la sua sensibilità impressionistica si infrangesse. Dei due animali rivela soprattutto la tensione ed i fremiti angosciosi celati all’interno della compiutezza delle loro forme. Lo sguardo del suo gatto è a tal punto fisso da divenire ossessionante e inghiotte qualsiasi altro sguardo si imbatta in lui. E resta immobile, troppo immobile per un osservatore umano. Anche in un’altra poesia, dal titolo “Buddha”, Rilke paragona la distaccata serenità dell’Illuminato alla pigra indifferenza di un felino:”Lui è il Tutto. E davvero ci aspettiamo che si accorga di noi? Ne ha bisogno, forse? Quand’anche ci gettassimo a terra/ qui davanti a lui, se ne resterebbe, / pigro ed assorto, come un felino.”* Come se la vita si tendesse e fremesse costantemente, ma entro un cerchio (che siano gli occhi del gatto o i brevi percorsi concentrici della pantera in gabbia) che resta saldamente serrato e che, perciò, non le permette di erompere.
Gatto nero (Parigi, 1908)*
Un fantasma è ancora come un luogo
dove il tuo sguardo urta contro un suono,
ma contro questo pelo nero
anche il tuo sguardo più duro si scioglie:
come il grido di un demente che in pieno delirio
cammini nell’oscurità,
e d’improvviso, nell’imbottitura ovattata
di una cellula, cessa e si dissolve.
Tutti gli sguardi che poté incontrare
sembra che lui ormai li celi,
per rabbrividirne, ostile e pigro,
e poi dormire con loro.
Ma d’improvviso si risveglia, e ti proietta
il suo muso in pieno volto,
e tu ritrovi inaspettatamente, in quell’ambra gialla
dei suoi occhi rotondi, il tuo stesso sguardo:
chiuso, come un insetto morto.
Schwarze Katze (Parigi, 1908)
Ein Gespenst ist noch wie eine Stelle,
dran dein Blick mit einem Klange stößt;
aber da, an diesem schwarzen Felle,
wird dein stärkstes Schauen aufgelöst:
wie ein Tobender, wenn er in vollster
Raserei ins Schwarze stampft,
jählings am benehmenden Gepolster
einer Zelle aufhört und verdampft.
Alle Blicke, die sie jemals trafen,
scheint sie also an sich zu verhehlen,
um darüber drohend und verdrossen
zuzuschauern und damit zu schlafen.
Doch auf einmal kehrt sie, wie geweckt,
ihr Gesicht und mitten in das deine
und da triffst du deinen Blick im gelben
Amber ihrer runden Augensterne unerwartet wieder:
eingeschlossen wie ein ausgestorbenes Insekt.
La pantera (Nel Jardin des Plantes, Parigi 1902)
Davanti allo scorrere delle sbarre, il suo sguardo
è diventato così stanco, che non trattiene più nulla.
Per lei, è come se ci fossero migliaia di sbarre,
e, dietro a migliaia di sbarre, nessun mondo.
Il morbido procedere dei suoi passi, agili e forti,
che si riavvolgono su cerchi sempre minori,
è come una danza di forze intorno ad un centro,
in cui, assopita, sta una grande Volontà.
Solo a volte si solleva, senza rumore,
il sipario delle pupille -. E allora un’immagine vi entra,
e attraversa il silenzio teso delle membra –
e, nel cuore, muore.
Der Panther (Im Jardin des Plantes, Parigi, 1902)
Sein Blick ist vom Vorübergehn der Stäbe
so müd geworden, dass er nichts mehr hält.
Ihm ist, als ob es tausend Stäbe gäbe
und hinter tausend Stäben keine Welt.
Der weiche Gang geschmeidig starker Schritte,
der sich im allerkleinsten Kreise dreht,
ist wie ein Tanz von Kraft um eine Mitte,
in der betäubt ein großer Wille steht.
Nur manchmal schiebt der Vorhang der Pupille
sich lautlos auf -. Dann geht ein Bild hinein,
geht durch der Glieder angespannte Stille -
und hört im Herzen auf zu sein.
*Rainer Maria Rilke, Neue Gedichte (“Nuove poesie”).
Traduzione dal tedesco a cura di Adriana Silvestro
17 Gennaio 2008
Fonte
http://www.farminachannel.com/d_viewarticolo.php?articolo=399&pag=1
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