giovedì 7 febbraio 2013

il Gatto Anziano






 Con grande soddisfazione di tutti gli interessati (gatti, padroni e medici) la vita media del gatto domestico sta aumentando sempre di più, così che il micio di casa, oggi, può ben sperare di vivere minimo quindici anni; non sono rari i gatti che sfiorano i venti e un mio paziente Siamese (razza notoriamente longeva) ha raggiunto i ventisei anni!
Diverso è il discorso per i gatti che vivono fuori, o dentro e fuori, o che comunque possono uscire di casa: gli incidenti, le malattie infettive, le risse con altri animali, gli avvelenamenti accidentali e (Dio non voglia) la cattiveria della gente, abbreviano drasticamente la vita di questi animali che è difficile vedere arrivare oltre la "mezza età".

Se poi sono lasciati "interi", cioè non sterilizzati (non si capisce se per malinteso "rispetto" o per mero menefreghismo) durano davvero poco, soprattutto i maschi che spesso spariscono o muoiono entro uno-due anni, in genere dopo frequenti visite dal veterinario per rabberciare ferite e fratture di frequenza inaccettabile. Tutti voi avrete presente questi gattoni, con testa e collo massicci ma in genere magri, coperti di cicatrici, che dimostrano dieci anni in più di quelli che hanno. In ogni caso, grazie ai progressi della medicina e alla maggiore attenzione dei padroni, sempre più spesso mi trovo a visitare in ambulatorio gatti anziani, e la tendenza è comune, tanto che la geriatria felina è ormai argomento di indispensabile aggiornamento professionale.

Quando si può dire che un gatto è vecchio?
L'inizio dell'invecchiamento viene in genere collocato intorno ai 10 anni di vita, cioè a partire da questa età il micio deve essere tenuto d'occhio dai proprietari e dal medico per sorvegliare il sopraggiungere di eventuali problemi legati all'invecchiamento.
Il gatto, però, è un animale che invecchia bene!
I segni di decadenza si vedono nel mantello (pelo "a mazzetti", indice di una certa disidratazione e di una toeletta non più accurata), nel dimagramento (atrofia muscolare, minore efficienza del sistema digerente), nei movimenti non più agili (dolori artrosici), nelle pupille velate e nell'iride molto "pieghettata", nella dentatura che rivela gli incisivi perduti, i canini scalzati, i molari tartarosici.

 Cosa può fare il proprietario di un gatto anziano per stare vicino al suo micio che invecchia?
Innanzitutto si deve stabilire, se già non c'era, un rapporto di fiducia con il medico curante, mano a mano che l'età avanza, sarà opportuno un check-up ogni anno, inizialmente, e poi anche ogni sei mesi, comprensivo di visita clinica, esame del sangue, eventualmente radiografie e ogni altro accertamento o terapia che si ritenga necessario. Il proprietario dovrà prestare attenzione ad improvvisi cambi di abitudini (variazioni del comportamento, aumento o calo del consumo di acqua o cibo, crisi di eccitazione o torpore) e dovrà evitare se possibile gli stress (viaggi per le ferie). Una delle principali esigenze che mutano è l'alimentazione, nell'anziano diminuisce l'efficienza del digerente, cala l'appetito e possono esserci difficoltà masticatorie; i reni possono fare fatica a smaltire l'eccesso di proteine alimentari.

Tutto ciò porta spesso a dimagrire abbastanza in fretta; le case che promuovono alimenti per gatti differenti a seconda delle fasce d'età propongono diete "senior" a partire dai sette anni d'età, sono alimenti con un tenore di proteine moderato, ma di eccellente qualità, con molti grassi per sostenere il valore calorico e aumentare l'appetibilità, con giuste fibre per mantenere la motilità intestinale. L'importante comunque è che al gatto non venga permesso di non mangiare, la peggior dieta è comunque meglio del digiuno in un animale anziano che si debilita rapidamente e fa fatica a recuperare.
Attenti comunque anche all'obesità!
Anche questa è una grande nemica, affatica circolazione e respiro e può essere associata al diabete mellito; il gatto non dovrebbe pesare più di cinque chili.

Un altro aspetto importante per il benessere del micio anziano è la toeletta, non banale come sembra, l'atto di spazzolare quotidianamente un mantello diventato opaco e forforoso è momento di grande intimità fra gatto e padrone e può giovare molto alla salute di pelle e pelo, quando il gatto non si lava più per incuria o perchè malato o perchè (grasso o dolorante) non riesce più a leccarsi sul dorso. Non lavate i gatti anziani, perchè possono prendere freddo, integrate la dieta con acidi grassi poliinsaturi (Omega -pet o Efa-z) che sembrano essere miracolosi non solo per la cute e il pelo ma anche per l'insufficienza renale e anche nel corso di malattie tumorali.
I denti sono importanti nell'anziano, rivestiti di tartaro provocano continue, dolorose gengiviti e sono fonte di infezioni; se sono mobili, sono fastidiosi oltre che inutili. Se i valori dell'esame del sangue sono normali, fate eseguire una pulizia della bocca in anestesia generale, e poi mantenete sani denti e gengive con un dentifricio enzimatico da spalmare direttamente in bocca (o su uno zampetto che poi verrà leccato con espressione di dignità ferita), tipo Orozyme, una volta al dì.

Occhi e orecchie in genere non danno problemi: se l'udito diminuisce, lo stile di vita del micio senz'altro non ne risente; per gli occhi, bisogna badare all'opacità del cristallino visibile attraverso la pupilla (la cataratta in genere è diabetica) e alla cecità improvvisa (il gatto da un giorno all'altro è disorientato, con le pupille allargate al massimo). Quest'ultima è dovuta al distacco della retina che si può verificare in corso di insufficienza renale per un improvviso, caratteristico sbalzo di pressione sanguigna, ed è irreversibile. Ma se vi capitasse, non angustiatevi, il gatto si adatta in una maniera incredibile alla cecità (questo inconveniente accadde ad una mia gatta che visse poi ancora due anni) tanto che capita addirittura di scordarsene; però, se la situazione renale non è monitorata, provvedete a controllare i valori del sangue. A proposito di insufficienza renale, nella sua forma cronica è la prima causa di morte nel gatto anziano, in realtà non è nemmeno una malattia, ma piuttosto un lento, progressivo deterioramento della funzione renale dovuto a cause per lo più sconosciute o remote nel tempo. Il "filtro" del sangue progressivamente si esaurisce e il gatto si intossica perchè le scorie circolanti non vengono più depurate.

 Insufficienza renale: come accorgersene?
Il gatto dimagrisce, mangia svogliatamente, vomita spesso, beve e urina più del normale, è apatico e svogliato. Il problema è che questi sintomi diventano evidenti quando i reni sono andati persi già per il 75%!
Ecco perchè è importante l'esame del sangue almeno tutti gli anni, per accorgersi prima del problema e guadagnare tempo sulla terapia: infatti i valori del sangue (Uremia e creatininemia) si alterano spesso diversi mesi prima che il gatto cominci a stare male.
L'unica terapia che abbiamo a disposizione è palliativa, purtroppo, e consiste nel sostenere la funzione renale residua: con l'alimentazione (diete a basso tenore proteico e integrazione di acidi grassi), fluidoterapia sottocutanea associata a disintossicanti (Ringer lattato con donatori di gruppi zolfo) a cicli finchè i valori del sangue non si normalizzano, anabolizzanti (Stargate) per contrastare l'atrofia muscolare e la depressione.

Tecnicamente è possibile effettuare il trapianto di rene nel gatto, e negli USA è un intervento standardizzato, ma da noi i costi proibitivi, la carente organizzazione (serve una banca del sangue) e la difficoltà anche etica di reperire gatti donatori ne impediscono il decollo. La terapia che ho descritto sopra nella mia esperienza può assicurare al gatto malato fino a due anni di vita di buona qualità.
Non sono frequentissime, ma possono verificarsi nel gatto anziano anche le neoplasie; i tumori "compensano" la rarità col fatto di essere quasi sempre maligni. Tumori mammari sono frequenti nelle gatte trattate in gioventù, anche per una sola volta, con prodotti per la soppressione del calore, o in gatte lasciate a lungo intere senza che potessero figliare; tumori cutanei sono diffusi nei gatti bianchi, sulle orecchie e sul naso; tumori interni possono essere dovuti a leucemia felina, ma in genere colpiscono gatti più giovani.

Il gatto malato di tumore dimagrisce velocemente e non mangia, spesso non presenta altri sintomi agli occhi del proprietario, mentre il medico può rilevare ittero, dispnea, masse palpabili. Le cardiopatie non sono frequenti: quella ipertrofica si diagnostica nei gatti giovani, quella dilatativa può essere dovuta a carenza di taurina, oggi abbastanza rara, difficoltà di respirazione, tosse, affaticabilità, dimagramento, svenimenti i sintomi più diffusi.
I gatti anziani sono spesso irrigiditi e claudicanti, i dolori artrosici che li affliggono, però, in genere non vengono trattati perchè il gatto tollera molto male i farmaci antidolorifici e antiinfiammatori. Gli effetti collaterali rischiano di essere molto peggiori del male che si vuol curare, perciò meglio non farne nulla; se si ritiene che siano indispensabili, queste medicine andranno usate sotto stretto controllo medico.


Ciò detto, fortunati possessori di un gatto venerando, riempite il vostro compagno di coccole, carezze ed attenzioni, rendetegli gli ultimi anni più dolci e confortevoli possibile. Quando il suo tempo sarà esaurito, stategli vicino fino all'ultimo, e se lo ritenete giusto regalategli una morte tranquilla e dignitosa come ultimo gesto d'amore. Se con voi avrà passato lunghi anni di vita felice, non dovete struggervi nel dolore della sua perdita, ma pensate che gli avete regalato la miglior vita possibile per un gatto. Adottate subitissimo un altro micino, non per sostituire il vecchio, ma perchè senza gatti in casa non si può stare, e pregate, per voi e per lui, che vi siano concessi ancora vent'anni di vita insieme.

Tratto dal sito web:
http://www.akela.it/gatto/salute/welcome.qws?pag=C07vet08

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