Il gatto a letto MAI!……...
Aveva tuonato mio marito quando, nonostante il suo parere contrario, avevo raccolto Birillo su un argine all’esterno dell’autostrada del sole.
Per evitare discussioni, fin dalla prima notte, preparai una cuccia comoda in cucina, accanto alla caldaia, e qui il piccolo veniva chiuso, di solito, quando io andavo a letto verso le 22,30. Si era così abituato che, se qualche sera io restavo alzata di più, lui scendeva dalle mie gambe e andava a dormire al suo posto, alla solita ora: Billo è, ancora adesso, molto abitudinario. Solo il venerdì e sabato sera, quando mia figlia rientrava per il fine settimana dal collegio universitario, lui sapeva che poteva andare a dormire con Patrizia: gli si lasciava la porta della cameretta socchiusa e non ha mai mancato di approfittarne.
Dopo circa due anni, presi l’abitudine di lasciarlo venire in camera quando, prima di dormire, restavo a leggere a letto e confesso che per farlo salire dovetti invogliarlo con il gioco, poi si addormentava tra le mie gambe e mio marito lo trasferiva in cucina al momento di coricarsi.
La storia proseguì così per diverso tempo, con Billo che faceva le coccole al suo “padrone” mentre lo portava delicatamente in cucina… una mattina, però, svegliandomi, trovai il micio sui miei piedi: mio marito confessò che non se l’era sentito di disturbarlo e da quel momento il letto matrimoniale fu di tutti e tre: col freddo, attaccato ad uno di noi come una tellina allo scoglio, col caldo, lungo disteso esattamente nel mezzo, spesso a pancia all’aria. Siccome mio marito è “un duro”, ho fatto in modo di ridere silenziosamente quando mi sono accorta che, la notte, venendo a letto senza accendere la luce, tastava con la mano per assicurarsi che Billo ci fosse e lo accarezzava per dargli la buona notte, ma se per caso non lo trovava, andava a cercarlo.

scene di vita vissuta- racconta Isabella
"Ho trovato in internet questa lettera carina spero che Isabella non me ne vorra' se la metto nel Blog"
PS: il gatto nelle foto non e' Birillo
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