mercoledì 31 luglio 2013

Cagnolina Shih-tzu salva un piccolo gatto dalla morte



Si chiamano Goldie e Kate e il destino ha voluto unirli, a dispetto della sfortuna e della piaga dell’abbandono. I due sono un piccolo esemplare di cane, razza Shih-tzu di cinque anni, e un cucciolo di gatto di sole cinque settimane. Finiti in una scarpata, devono la loro vita al passaggio fortuito di Michelle Smith, ufficiale operativo in difesa degli animali di stanza a Anderson nella Carolina del Sud.


Il guaito della piccola cagnolina ha attirato l’attenzione dell’uomo che, senza paura, l’ha raggiunta. Ma una volta accanto a lei si è accorto della presenza di un piccolo cucciolo di gatto, incastrato tra i rovi e le spine, che cercava di bere il latte dalla madre adottiva. L’inspiegabile coppia è stata prelevata e condotta presso un canile di zona, dove è stata visitata e curata. Il medico ha ribattezzato il cane Goldie, decretando la sua età intorno ai 5 anni. Mentre il micino ora si chiama Kate, e possiede poco più di un mese.


La strana coppia è inseparabile, tanto che il cane ha preso seriamente il nuovo ruolo di madre e segue il cucciolo in ogni passo. Secondo gli esperti Goldie non presenta un manto da randagia, ma è ben curata e pettinata e possiede un collare. Secondo la responsabile del canile la presenza del gatto ha stimolato in Goldie la produzione ormonale di latte, così da poterlo nutrire e accudire.

Le foto di loro insieme hanno fatto il giro della cittadina e della Rete, mentre i due si strofinano il muso affettuosamente e sonnecchiano vicini. Goldie permette a Kate ogni cosa, come ogni brava madre, avendo cura che non si faccia male o cada. Nessuno ha reclamato la cagnolina, nessuno si è fatto avanti dimostrando di essere il proprietario.
  E per questo la coppia è stata proposta per un’adozione congiunta, fino a trovare una nuova famiglia dove ora vive felicemente.


Fonte
http://www.greenstyle.it/cagnolina-shih-tzu-salva-un-piccolo-gatto-dalla-morte-47951.html

martedì 30 luglio 2013

I Parenti dei Gatti

"Dio ha creato il gatto per dare all'uomo il piacere di accarezzare la tigre" (Fernand Méry)


Questa citazione non è un'esagerazione! Avere in casa un gatto significa proprio avere un animale selvatico, che condivide amabilmente il suo spazio con noi.

I primi esemplari dei Felidi comparvero sulla Terra tra i 10 e gli 8 milioni di anni fa. E subito si presentarono come agguerriti predatori: dal progenitore, una specie di lince chiamata Dinictis, si distaccarono due rami. Il primo comprendeva quegli animali noti come "tigri dai denti a sciabola", tutti estinti. Il secondo ramo comprende i Felidi attuali.

I Felidi sono un gruppo di Mammiferi molto conosciuto.
Essi appartengono all'ordine dei Carnivori (perché la loro dieta è essenzialmente basata sulla carne - non esistono gatti vegetariani!!!).
Gli scienziati, poi, dividono i Felidi in tre gruppi: i piccoli Felini (gatti selvatici e domestici, puma, lince); i grossi Felini (leone, tigre, leopardo, giaguaro), e il ghepardo, che forma un gruppo a sé stante, per alcuni particolari come gli artigli non retrattili (artigli che gli servono per la corsa, per tenere nel migliore dei modi "la strada"...).

La divisione si basa soprattutto, oltre che sulla taglia, su una particolare attività: i grossi Felini non sono in grado di compiere le fusa!
I grossi Felini le hanno sostituite con il ruggito.
Inoltre la testa nei grossi felini è molto più grossa, se proporzionata al corpo.

                           Ecco una  scheda dei Parenti dei nostri piccoli amici Domestici




Il Leone
Il leone (Phantera leo) è uno dei felini più grossi, (viene soprannominato re della savana, l'ambiente dove vive, cioè in Africa) la sua lunghezza va dagli 1,8 ai 2,4 m. E' anche uno dei più pesanti, il peso va dai 170 kg ai 230 kg. In genere i maschi sono più possenti (e hanno anche la criniera, che di solito è rossiccia o marrone) rispetto alle femmine e, di conseguenza, pesano anche di più. La criniera è un elemento caratteristico del maschio e, con la vecchiaia, i peli che la compongono tendono a cadere. Il muso e il corpo del leone sono color avana chiara, fulvo, e talvolta rossiccio. Le zampe sono corte ma massicce.
Il leone caccia in gruppo e di notte e, siccome non può correre molto, cura molto la sua tecnica. La coda termina con un ciuffo di peli dello stesso colore della criniera. E', come tutti i felini, un carnivoro, ma, a differenza degli altri che sono solitari vive in branco. Comunica con gesti delle zampe, forti ruggiti udibili anche da lontanissimo e odori. Il leone non è molto attivo, dorme molto, quanto i gatti. Mamma leonessa in genere partorisce 3-4 cuccioli. Questi giocano fra di loro senza farsi del male, ma, a volte, può capitare che vengano uccisi dal maschio, che è geloso.


Il leopardo
Il leopardo (Panthera Pardus), pesa circa 90 kg, è alto 70 cm alla spalla e può avere una lunghezza di 1,50 m, esclusa la coda, che è di 90 cm. Il leopardo vive in molti ambienti: nelle savane, nelle montagne, in mezzo alla giungla. E' uno dei felini più diffusi. Il colore del mantello varia dal giallo-grigio al giallo-rossiccio, le parti inferiori sono più chiare. Ci sono, sparse su tutto il corpo, caratteristiche macchiette nere.

I leopardi cacciano di notte e, nella stagione degli amori, anche a coppie, mentre di solito sono solitari. La femmina partorisce dai 2 ai 4 piccoli. Ha parecchie sottospecie, come ad esempio il leopardo nebuloso o quello delle nevi.


Il gatto selvatico
Il gatto selvatico (Felis Sylvestris) sono i gatti viventi in Eurasia allo stato naturale, non ancora addomesticati. E' presente in Europa, in Africa e anche in Asia. Ha l'aspetto del gatto domestico ma la testa è più quadrata e allungata, le zampe più lunghe, la coda più lunga, molto pelosa e arrotondata all'estremità. L'intero corpo è più grosso e massiccio rispetto a quello del gatto domestico. Il maschio è lungo circa 60 cm, può a volte pesare più di 6 kg. Caccia uccelli e piccoli roditori. A volte si nutre anche di pollame. Partorisce, come i gatti normali, da 3 a 6 piccoli. Non è addomesticabile.


La tigre
La tigre (Panthera Tigris) è uno dei felini più grossi. Vive solitamente nelle foreste ma frequenta anche zone aride. Una volta era diffusa quasi ovunque in Asia, ma ora è in pericolo di estinzione. Un esemplare adulto può essere alto 1 m, lungo 2,7 m, esclusa la coda che è di 90 cm, e pesare dai 180 ai 270 kg. Le femmine sono in genere più piccole. Il corpo è dotato di zampe molto forti, ma corte, con unghie molto temibili. La parte superiore del mantello è arancione-marrone o fulvo scuro, con le caratteristiche striature. Le estremità e la pancia sono bianche. Anche la tigre è un cacciatore notturno. Solitamente mangiano prede grandi, ma, occasionalmente, posso nutrirsi anche di piccoli animali. La tigre partorisce dai 2 ai 3 piccoli. Una tigre vive circa 15 anni e i cuccioli diventano indipendenti a 2 anni di vita.


La tigre albina
Per la tigre albina vale lo stesso di quanto detto per quella normale. Come è già accaduto per il leone, una variazione genetica ha reso albini questi animali. Hanno il pelo bianco e gli occhi in genere azzurri, sono assai delicate e in natura non sopravvivono: oggi si trovano nelle riserve, dove il prezioso gene dell'albinismo è tutelato e le tigri vengono riprodotte e fatte accoppiare con loro simili, sempre albini.




Il ghepardo
Il ghepardo (Acinonyx jubatys) è un carnivoro dei felidi. E' diffuso ovunque, e in Asia, per migliaia di anni, è stato utilizzato come animale da caccia. E' considerato il più veloce mammifero terrestre, la sua corporatura aerodinamica e le sue zampe lunghe gli garantiscono la spinta muscolare di cui ha bisogno per raggiungere la velocità massima di 150 km/h (!). E' lungo 150 cm, esclusa la coda, di 70 cm. E' leggero rispetto agli altri felini, pesa solo 75 kg. E' agile, snello, ha la testa piccola e gli artigli non retrattili, contrariamente a quelli del gatto. Sul corpo presenta delle macchiette nere.

La lince
La lince è un felino piuttosto piccolo, di rado supera i 20 kg di peso, è lunga circa 1 m ed è alta circa 60 cm. E' caratterizzata dalla presenza di ciuffetti di pelo nero nelle orecchie e nella coda, piuttosto curva e pelosa. Questi ciuffi le danno un'aria aggressiva e la distinguono dal gatto, per il quale potrebbe essere scambiata, da lontano. Il mantello può essere grigio, fulvo con macchie o anche marrone. La lince caccia di notte e attacca volpi, conigli, topi e anche gli animali domestici, come il pollame. In caso di necessità nuota con un'abilità sorprendente ed è una grande arrampicatrice.



Il gatto dorato del Borneo
Si può dir poco su questo esemplare. Il Felis planiceps della Malaysia, del Borneo e di Sumatara, vive nei pressi dei corsi d'acqua e preda piccoli mammiferi oltre che catturare pesci.










La pantera
La pantera non è altro che una mutazione genetica del leopardo: invece di avere il pelo fulvo maculato, lo ha nero come la pece. E' un animale solitamente notturno. Per conoscere tutte le sue abitudini. I leopardi cacciano di notte e, nella stagione degli amori, anche a coppie, mentre di solito sono solitari. La femmina partorisce dai 2 ai 4 piccoli.


L'ocelot
L'ocelot è l'altro nominativo del "Gattopardo americano" (Felis Pardalis). Abita le foreste e le praterie del Texas Meridionale. I maschi più grossi sono lunghi un metro più 45 cm di coda, e il loro peso può superare i 16 kg. Il colore del mantello varia dall'ocra al grigiastro, sempre con macchie come quelle del leopardo. E' anch'esso un cacciatore notturno, una femmina di ocelot può mettere al mondo da due a quattro piccoli. Caccia piccole prede come serpenti, roditori, piccoli mammiferi e uccelli.




Il leone albino
Per il leone albino valgono le stesse cose del leone normale. E' "albino" perchè non ha pigmenti e di conseguenza il pelo è bianco, privo di colore. Un esemplare con questa mutazione genetica in natura non sopravvive, poichè viene escluso dal branco e, molte volte, non riesce nemmeno a cacciare perchè, il manto bianco come la neve non lo aiuta di certo a mimetizzarsi fra i colori della savana e quindi è facilmente individuabile fra l'erba alta.


Il gatto di Temminck
Il gatto del Temminck è uno dei pochi felidi che non ha il manto maculato; è tutto bruno con due strisce nere sulle zampe giallastre e con una linea chiara sopra gli occhi. E' un predatore molto efficace.









Il puma
Il puma è detto anche leone di montagna (Felis Concolor) o coguaro. E' diffuso dal Canada meridionale alla Patagonia. Si adatta bene a ogni tipo di clima. Può raggiungere i 1,8 m di lunghezza, con la coda di 60-90 cm e pesare più di 90 kg. Il colore del mantello varia dal grigio al marrone al fulvo all'avano. Si arrampica bene, ha abitudini notturne ed è agile nel balzare sulla preda. La femmina partorisce da uno a cinque piccoli. Un puma vive circa 12 anni, in cattività anche 20. I puma, poichè ritenuti pericolosi perchè a volte cacciano il bestiame, vengono sterminati e sono in pericolo di estinzione.


Il caracal
Il caracal è un mammifero dei felidi (Lynx Caracal) ed è una razza di lince. Il mantello è marrone, con due ciuffetti di pelo nero su ciascun orecchio. E' lungo 1 m circa, ha la coda lunga 20 cm, le zampe sono lunghe, è alto 46 cm ed ha un peso di 9 kg, è quindi molto leggero. Vive in Africa e in India dove caccia di notte e si nutre persino di gazzelle. Partorisce da 1 a 4 cuccioli.




                                                                          Il giaguaro
Il giaguaro (Pantera onca) è in assoluto il felino più grosso. In america è chiamato tigre, il nome giaguaro deriva dalla lingua dell'India. Il maschio è lungo solitamente quasi 2 m, più 80 cm di coda, e può pesare 80 kg. Il colore del mantello va dal marrone-rossiccio, con macchie scure e simili a quelle del leopardo a tinte sempre più chiare. Le macchie sono raccolte in un disegno a rosette. Il corpo è più tozzo e più pesante e la testa più grossa e larga. Il giaguaro è un abitante delle foreste, si ciba sia di animali di grande che di piccola taglia. Di rado attacca l'uomo e i suoi                                                                                 animali domestici. Partorisce da 1 a 4 cuccioli.


Il jaguarundi
Il Jaguarundi adulto non sembra molto un membro della famiglia del gatto e all'apparenza potrebbe somigliare ad un parente della moffetta e delle lontre - effettivamente, il relativo nome tedesco è gatto di Weasel ( Weisel Katze ). Ha un corpo molto lungo e snello e piccole zampe molto corte, con una piccola testa piatta, le orecchie rotonde e una lunga coda. La pelliccia ha un colore uniforme, ma può essere grigio-brunastro o rosso castagna.
Il Jaguarundi viveva, fino a poco tempo fa, dall'Arizona del sud fino alla valle di Rio Grande nel Texas, lungo tutta l'America centrale,e anche in Paraguay e Argentina del Nord. I Jaguarundi vivono principalmente nelle foreste in pianura ma non sulle montagne.
Anche se è uno scalatore agile, caccia principalmente a terra prede che vanno da piccoli uccelli e mammiferi (come topi e cavie) fino a cerbiatti. Dorme per mezza giornata, ma è visto maggiormente di giorno rispetto ad altri felini.I Jaguarundi sembrano essere animali solitari in Messico, ma vivono a coppie nel Paraguay. Una cucciolata può essere da uno a quattro cuccioli.
La pelliccia di Jaguarundi non ha valore mercantile e non è stato cacciato per scopi commerciali, (ma tutte le sue sottospecie degli Stati Uniti del sud e dell'America centrale sono in pericolo, poiché sarebbe difficile identificare la sottospecie ?). Soltanto alcuni individui si pensa sopravvivono nel Texas ma nessuno in Arizona.


  E per finire questa e' la mia Sofia ditemi voi se non sembra una piccola  pantera....col collarino!!!!!!





lunedì 29 luglio 2013

Tard il Gatto Triste



Tard, il gatto dal musetto triste diventato una star del web



Il piccolo felino sembra non mostrare alcuna gratificazione dalle coccole e dalle attenzioni riservategli dai suoi padroni.



Soprannominato il “gatto triste”, è ormai diventato una piccola star del mondo del web. Gioca ed è ultra coccolato ma gli manca il “sorriso”. Non solo, ha anche uno sguardo sempre estremamente malinconico e triste, diverso da quello furbetto e malizioso che caratterizza spesso il piccolo felino. Il suo nome è Tard ma nel web è conosciuto come “The Grumpy Cat”, ovvero il gatto arrabbiato, o anche scontroso.


Questo perché Tard, che vive a New York, non sembra mostrare alcun piacere dalle coccole e dalle attenzioni che i suoi amorevoli padroni gli riservano. Anzi, appare del tutto indifferente o, nel peggiore dei casi, infastidito. Proprio queste sue strane caratteristiche l’hanno reso molto famoso in tutto il mondo grazie alla rete e al video che vi mostriamo di seguito e che ha già fatto registrare quasi un milione e mezzo di visualizzazioni:



Simon's Cat piccola peste



           Ancora qualche avventura del nostro piccolo amico                              




























domenica 28 luglio 2013

IL Gatto e la Navigazione



Dal suo primo viaggio in mare, a bordo dell'arca di Noè, il gatto ha saputo farsi rispettare dai marinai, al punto di divenirne la mascotte.
Entrato a pieno diritto nel vocabolario della gente di mare,
il gatto ha lasciato la sua impronta anche nella storia della marina.



Fu in compagnia dei Vichinghi, a bordo dei loro potenti drakar, che alcuni gatti norvegesi fecero vela verso la Vinland (costa occidentale dell'America Settentrionale). Poi arrivarono i Pilgrim Fathers (*), i quali sulla celebre Mayflower avevano anch'essi dei gatti, che vengono nominati nei loro diari di viaggio. Benché lo spazio a bordo dei vascelli fosse ridotto, era tradizione portarsi dietro uno o più gatti.. I topi che frequentavano le stive causavano, infatti, danni considerevoli: contaminando le scorte alimentari deperibili essi minacciavano l'equipaggio di carestia e le popolazioni terrestri con la peste… I gatti erano così incaricati di sterminare i roditori indesiderabili e, non ultimo, di colmare la solitudine dei marinai con la loro semplice presenza, rallegrandoli con le loro capriole.
 Così, in cambio di "vitto e alloggio", messer gatto rendeva servigi inestimabili agli armatori, tanto che le compagnie di assicurazione si rifiutavano di rimborsare i danni provocati dai roditori se non c'erano gatti a bordo… Sfortunatamente, la caccia, attività di solito gratificante per il piccolo felino, si risolveva in una lotta impari in quanto i topi pullulavano…! Così il cacciatore rinchiuso nella cambusa per compiere il suo dovere, diveniva a volte preda dei topi che lo divoravano! Come regola generale, il gatto si accontentava di uccidere quelli che Calmette (il medico e batteriologo francese che, con Guérin, mise a punto il vaccino contro la tubercolosi) soprannominò "i commessi viaggiatori in germi di morte per l'umanità" e di giocare con le loro spoglie, senza mangiarle; i resti della cucina ed i supplementi (prelevati dai pasti degli uomini dell'equipaggio o forniti dai pesci volanti che ricadevano sul ponte della nave) bastavano, infatti a saziare i micioni marinai!

Il talento di cacciatore, le stranezze, unite ad un'intelligenza straordinaria, facevano del gatto un compagno fedele, apprezzato da tutti, dal capitano al mozzo. Si dice che un ufficiale che aveva un giorno liberato un gatto da un amo infilzatosi tra le sue labbra si vide, da quel momento in poi, regalare tutti i giorni le prede che il micio riconoscente catturava.
Nulla era troppo bello per il gatto, che godeva di ogni privilegio: esso aveva accesso a tutte le parti del vascello, condivideva i pasti dei marinai e, giunta la notte, la loro cuccetta, ricevendo complimenti e carezze per le sue "abili catture".

Durante gli scali, il gatto si vedeva autorizzato ad abbandonare il vascello per la terraferma, proprio come i marinai. Ma poi non tornava mai sull'imbarcazione iniziale: preferiva a volte cambiare di bordo per una cucina più raffinata o, meglio ancora, restare sul molo, da vecchio "lupo di mare" facendosi così terreno.
Ne "I Gatti" Champfleury fa un ritratto commovente di alcuni mici. compagni di sfortuna di un giovane mozzo, Michel, dimenticato insieme ad essi dopo l'abbandono del vascello in seguito ad un affondamento. Grazie ai piccoli felini che si fregavano contro di lui, il giovane riprende coraggio e pompa fuori acqua, dopo aver acceso le luci di soccorso. Egli scampa così alla morte, poiché un brigantino americano, visti i suoi segnali, lo prende a bordo insieme ai suoi "amici di sfortuna": bene ha fatto il giovane mozzo a condividere con i piccoli felini i suoi magri pasti perché, in loro assenza, si sarebbe lasciato andare alla disperazione senza la minima possibilità di sopravvivere…

Un tempo, i marinai vedevano negli auspici del mare e nel cattivo tempo delle manifestazioni di magia nera. Sensibili alle variazioni atmosferiche, i gatti divennero quindi fonte di superstizioni che lasciarono tracce nel linguaggio della gente di mare.
In Francia, il temine chatte (gatta) designa una piccola imbarcazione dal fondo piatto utilizzata per il cabotaggio.
Anche il lessico marinaresco italiano registra i termini "gatto" e "gatta", che però hanno un'etimologia diversa rispetto al gatto inteso come felino, in quanto derivano dal latino gabata (scodella). Anticamente "gatta" indicava una nave coperta, mentre con il termine "gatto" ci si riferiva ad una nave rostrata e anche alla coffa. Lo stretto passaggio aperto nella piattaforma della coffa veniva chiamato "buco del gatto".
I marinai inglesi hanno un vocabolario felino alquanto ricco: la corsia della barca non è altro che la "passeggiata del gatto" (cat's walk), una leggera brezza diventa una "zampa di gatto" (cat's paw) e, quando il vento sembra girare, si controllavano i "salti del gatto".
I marinai disobbedienti subivano il supplizio del "gatto a tre code", flagellazione con una frusta formata da nove strisce di sinistra memoria… Si evitava di navigare quando un gatto miagolava durante la recita del rosario all'indirizzo di un marinaio, perché era presagio di una traversata difficile, piena di insidie. In base ad un'altra credenza, si incitava l'equipaggio a procedere al rituale che consisteva nel rinchiudere un gatto in una pentola di ferro per far avanzare l'imbarcazione quando il vento si rifiutava di soffiare…

Navigatori a quattro zampe, i nostri "Colombo" felini hanno lasciato la loro impronta nella storia della marina.

(*) I Pilgrim Fathers: Puritani separatisti della Chiesa ufficiale d'Inghilterra ed esposti a persecuzioni religiose, i "Padri Pellegrini" presero il mare a bordo della Mayflower il 6 settembre 1620. Dopo due mesi e mezzo di traversata, essi approdarono sulle coste americane, fondarono il Mayflower Compact, la prima costituzione americana. Essi furono quindi i fondatori di quelli che sarebbero diventati gli Stati Uniti d'America.

Fonte
http://www.kiwithecat.it/gatto_navigazione.htm

mercoledì 24 luglio 2013

Curare l'igiene del Gatto



Come curare l'igiene del vostro gatto in modo che sia sempre sano e pulito. Ovviamente come premessa c'è da dire che il vostro cucciolo inizierà a curare la sua pulizia già a partire dai suoi primi 50 giorni di vita perciò tutto quello che voi dovrete fare sarà aiutarlo a pulirsi nelle zone in cui lui solo non riuscirà ad arrivare. Vediamo come fare


Partiamo dal mantello. Un bel mantello riflette non solo la buona salute del gatto ma anche la cura e le attenzioni date dal suo padrone. Per il vostro cucciolo la pulizia diventerà un momento di scambio e condivisione. E' essenziale la rimozione dei peli morti rimasti sul mantello per evitare che il gatto li ingerisca, avendo lui stesso la tendenza a pulirsi da solo, aumentando il rischio che si formino boli nello stomaco che possono causare vomito e diarrea (in età adulta comunque il felino necessita di assumere un alimento studiato apposta per aiutarlo durante la digestione e l'espulsione dei suddetti boli di pelo, essendo questo un fenomeno fisiologico ed inevitabile).
Dovreste abituare presto il vostro gattino ad essere spazzolato, cosi che possa intenderlo come momento di piacere condiviso e complicità. E' utile, inoltre, terminare il tutto con un gioco affettuoso. Razza a pelo corto. Una spazzolata alla settimana è sufficiente. E' utile, prima di pettinarlo (con spazzola morbida a setole naturali possibilmente, per non danneggiare il pelo), un massaggio contro pelo con un guanto dentato in gomma per eliminare il pelo morto. Razza a pelo medio-lungo. Sarebbe necessaria una breve spazzolata quotidiana. I gatti a pelo lungo sono più esposti alla formazione di nodi e grovigli e all'accumulo di polvere e parassiti. Un grosso pettine di metallo è lo strumento più adatto e bisognerebbe utilizzarlo molto delicatamente, prima nella direzione del pelo poi contropelo. Quando un nodo è difficile da sciogliere agire lentamente e delicatamente (c'è il rischio di danneggiare la cute) piuttosto che strappare il ciuffo. Fare particolare attenzione alla zona dietro le orecchie e il collo che sono inaccessibili alla lingua del gatto.


Taglio delle unghie. Prima di farlo da soli è bene chiedere al vostro veterinario quale parte dell'unghia può essere tagliata senza ferire il gatto. E' un'operazione necessaria per evitare che il vostro felino danneggi l'arredamento in quanto, istintivamente, utilizza gli artigli per marcare il territorio. Come procedere: il taglio delle unghie non è doloroso se fatto in modo corretto.Dovreste scegliere un posto confortevole, posare il gatto sulle ginocchia, tenendolo sulle vostre cosce. Dopo ogni taglio accarezzatelo per tranquillizzarlo. Va tagliata la parte terminale bianca dell'unghia senza avvicinarsi troppo al vertice del triangolo rosa che è la parte viva alla base dell'unghia. Se andate oltre a questo punto, causerete sanguinamento ed intenso dolore al vostro gatto. Procedete con piccoli tagli successivi piuttosto che uno grosso e troppo profondo.


Pulizia degli occhi  Utilizzare una garza imbevuta con una lozione specifica per occhi dei gatti (non usare batuffoli di cotone perché lascia residui)  
In caso di lacrimazione eccessiva o arrossamento inusuale consultare il veterinario  Pulizia del naso  Un nasino umido e pulito è indice di un gatto sano  Se il naso cola o è asciutto è meglio consultare il veterinario.Per le secrezioni nasali che possono formarsi all'angolo delle narici, utilizzare un fazzoletto di carta inumidito con acqua tiepida  Pulizia delle orecchie  Fate in modo di toccarle il meno possibile; se c'è un secreto evidente e sgradevole consultare il veterinario che vi raccomanderà il trattamento ed il detergente appropriati  (Non utilizzare mai tamponi auricolari ne detergenti a base acquosa od alcolica)  Igiene orale  Il tartaro tende a depositarsi sui denti e può causare infiammazioni ed alito cattivo; nel caso non vengano curati si può avere una perdita dei denti  Affidarsi al veterinario per eseguire visite del cavo orale con appositi strumenti  Mangiare cibo secco li aiuta ad eliminare il tartaro per attrito  Igiene digestiva  Per il gatto, mangiare erba ha un effetto purgativo e di pulizia che causa il rigurgito necessario al suo equilibrio digestivo, ma non sostituisce trattamenti antiparassitari  ( Si consiglia di usare erba gatta che potete trovare in qualsiasi vivaio o supermercato)

Consigli:
Fare sempre affidamento ad un veterinario.

Fonte
http://www.animalidalmondo.it/come-curare-l-igiene-del-nostro-gatto-163512.html

domenica 21 luglio 2013

L'affettivita' del gatto verso l'uomo


La vita in comune vissuta con reciproco vantaggio tra esseri di specie diversa viene definita simbiosi, ma perche'? Perche' le due specie debbono convivere in armonia nel tempo e nello stesso spazio a loro imposto dalla vita e cio' e' possibile solo a patto che usino un codice di comportamento che sia ottimale e reciprocamente conveniente.

Ci sono d'esempio il gatto e l'uomo.

Si usa sovente dire il mio gatto e' affettuoso, mi vuole bene ecc.ecc. Non ci si sofferma mai pero' per capirne la motivazione, difficilmente ci si chiede la natura di quest'affetto, se spontaneo o interessato.
E' risaputo che tutti gli affetti, tutte le manifestazioni che riceviamo dagli altri sono si per la maggior parte spontanee, ma con una matrice del dare per l'avere e viceversa.
 Prendiamo il nostro piccolo felino domestico: se vuol vivere bene deve assoggettarsi a un tipo di vita che per la sua indole e' tuttaltro che ottimale. Gli spazi aperti, la caccia, la vita libera e senza freni se li deve dimenticare.

Il suo spirito indipendente tipico di tutti i predatori deve misurarsi con i compromessi qualora quelle opportunita' venissero a mancare e qui ora entra in gioco la scelta alternativa del piu' complesso degli animali domestici: se decidera' di convivere con l'uomo si adatta ed essendo un animale tuttaltro che stupido ripaga in affetto cio' che riceve, ma attenzione, non da niente senza motivo! Il contratto stipulato per la convivenza, se cosi' lo si puo' chiamare, si deve bilanciare nei vantaggi comuni; la frode, l'imposizione, i maltrattamenti lo fanno recedere dal contratto, perche' non si assoggetta passivamente come purtroppo accade per altre specie di animali domestici.

Le affettuosita' che ci riserva hanno la loro matrice nell'intelligenza del gatto che vuole per un servigio ricevuto, che puo' essere cibo, ricovero e simpatia da parte nostra, restituire un giusto devolvere commisurato. Viene da chiedersi, ma allora il gatto possiede un affetto disinteressato e spontaneo per sua natura? Se su questo argomento il gatto potesse filosofare con noi senz'altro direbbe "ogni affettivita' fra essere, in qualsiasi forma si manifesti, e' sempre subordinata a una convenienza ed ha come base manifesta il tornaconto reciproco".

L'affettivita' del gatto nei nostri confronti non viene per niente impoverita nell'esistenza di questo meccanismo del dare e avere che esiste in tutti gli esseri viventi e soprattutto tra i componenti di una stessa specie. Occorre una consapevolezza delle proprie capacita' per superare la repulsa istintiva che esiste fra specie diverse ancor piu' per la specie di rango inferiore che non possiede i mezzi comunicativi che ha l'uomo.
In alcuni gatti e' esistita ed esiste una predisposizione prima acquisita e poi alimentata dalla vicinanza per millenni con l'uomo; non a caso il piu' affettuoso dei gatti che abbiamo a casa e' sempre il piu' fiducioso, quello cioe' che ha sostituito la paura con la fiducia, quello che ci segue quando ci allontaniamo nel giardino, che quando siamo seduti immancabilmente ci viene in braccio e che a tutti i costi vuole instaurare un interscambio di affettivita' con noi. Possiamo ritenerlo il piu' intelligente e non perche' asseconda i nostri desideri o perche' ci puo' far comodo definirlo cosi'.
Obiettivamente, ad una serrata analisi, scopriamo in lui un adattamento alle circostanze che per raggiungerlo ha dovuto soppesare i pro e i contro, che non sempre e' per lui vantaggioso, ma pare che tirate le somme abbia optato per dare con gioia la sua disponibilita' all'uomo. Forse che il gatto sia allora anche furbo? Effettivamente forse lo e' e anche se per noi la furbizia non e' una grande qualita', per un felino invece, visto che e' condita con tanta ingenuita', diviene un giusto contraccambio che livella quello che da con quello che riceve. Infatti i gatti piu' affettuosi sono anche i piu' esigenti e lo diventano non appena hanno superato le necessita' di adattamento.

Esistono altre componenti che rendono piu' o meno affettuoso un gatto nei confronti dell'uomo come per esempio la selezione eseguita proprio dall'uomo che nella scelta dei soggetti da tenere vicino privilegia quelli dal carattere piu' socievole e mite, il nascere e crescere in casa in un ambiente tranquillo e sereno con l'assolvimento di tutti quei bisogni necessari per la sua esistenza, quali il cibo ed il ricovero. Tutto cio' ha contribuito a trasformare il felino in animale docile ed affettuoso, doti che sono state trasmesse per via genetica da generazione in generazione; una vera conquista che ha permesso di coabitare in un limitato territorio a due specie diverse grazie ad affinita' reciproche. L'uomo non e' sempre stato disponibile nei confronti del gatto soprattutto nel passato; oggi il rapporto e' alquanto cambiato, abbiamo scoperto che la compagnia che ci sa dare, l'affettuosita' nei nostri confronti, sempre che la sappiamo meritare, e' una bellissima cosa che ci costa cosi' poco, che diventa un investimento a reddito, senza perdite.

Come in tutte le riscoperte che hanno una consistente rivalutazione siamo tentati ad attribuirgli anche qualita' e poteri extra sensoriali, esistono bibliografie su tale argomento che lo rappresentano in una iconografia ermetica, una considerazione esagerata che non rende giustizia al nostro amico ricco di vere qualita'. Con rare eccezioni oggi il gatto viene trattato ed apprezzato come si conviene e, cosa importante, non solo quello di razza ma il gatto in genere. Esistono qua e la sul territorio italiano cimiteri per gatti a testimonianza di quanto ha saputo dare in affetto e compagnia all'uomo che porge l'ultimo tributo di riconoscenza con una degna sepoltura.
Le cliniche veterinarie per piccoli animali sono aperte 24 ore su 24 e anche qui ci danno la misura di quanto sia preziosa e di quanto ci stia a cuore la loro salute, di quanto siano riusciti, con il loro bel carattere, ad entrare nella nostra vita.
Ecco perche' facciamo quanto in nostra facolta' per alleviare loro le sofferenze e prolungarne la vita. Se la loro esistenza nei nostri confronti si rivelasse inutile state pur certi che non muoveremmo un dito per loro, anche noi, come il nostro gatto, dispensiamo affetti se li abbiamo ricevuti e in questo non siamo da meno di lui.

Fonte
http://www.fiafonline.it/gatto/affetto_del_gatto.php

sabato 20 luglio 2013

Il Gatto, uno dei Migliori Amici dell'Uomo


Dolce ma riservato, intelligente ma non obbediente, autonomo ma bisognoso di cure e di affetto, ama la casa ma anche stare fuori. Domestico ma anche selvatico. Forse per questo spesso non lo capiamo, così continuano a girare sul piccolo felino, dicerie e luoghi comuni che non hanno fondamento scientifico, ecco perché..

Solitario e schivo in natura, il gatto (Felis catus) in casa ama la compagnia.
Ma anche quando vive per strada nelle nostre città, crea colonie in cui condivide
il territorio con altri suoi simili. Un comportamento che probabilmente ha imparato
vivendo a contatto con l'uomo.

Si affeziona solo alla casa e non al padrone, è opportunista, non si fa mai male perché casca sempre in piedi, non obbedisce quindi non è intelligente e qualche volta porta pure sfortuna.

A chi non è mai capitato di sentir parlare in questo modo dei gatti! Eppure secondo alcune stime (fatte sulla vendita di cibo e accessori) in Italia ci sarebbe una popolazione di 7 milioni e mezzo di gatti “casalinghi”, quasi quanti sono i cani che vivono in casa. Anche se è molto difficile avere dei dati precisi, poiché non esiste una vera “anagrafe” dei gatti. È infatti una specie che si sta addomesticando proprio in questi decenni - un periodo brevissimo nei tempi lunghi dell’evoluzione - e che mantiene alcune caratteristiche dell’animale quasi selvatico, libero. E nonostante la “massiccia” presenza in famiglie e cortili, il gatto è ancora poco conosciuto e, quel che è peggio, su di lui sopravvivono ancora dicerie e luoghi comuni tutti sbagliati...

È solitario
Il gatto, Felis catus, viene definito un animale solitario dagli etologi, gli studiosi del comportamento animale. Questo significa che per sopravvivere non ha bisogno di stare in società, cioè in un gruppo organizzato. Insomma, il gatto selvatico (parente stretto del nostro micio di casa) caccia e vive da solo. A parte il momento dell’accoppiamento. Ma questo, anche in natura, vale soprattutto per i maschi, perché la gatta ha invece dei lunghi periodi di socialità: quali la nascita, l’allevamento e l’educazione dei piccoli. 
I gatti che abitano in città invece, maschi e femmine, vivono in colonie e tra loro, hanno rapporti diversificati di amicizia, indifferenza, antipatia, proprio come avviene tra gli esseri umani. Le gatte inoltre, allevano e custodiscono insieme i loro piccoli, in una sorta di asilo nido.

Il gatto ha quindi bisogno di socialità, di rapporti e di affetto. Per questo se ne parla come di un animale di tipo “relazionale” (ossia bisognoso di rapportarsi agli altri).

Ci sono naturalmente differenze anche tra loro: esistono gatti più o meno estroversi e più o meno interessati ai propri simili e agli esseri umani. Un po’ dipende dall’”indole” ma molto deriva dalle esperienze che hanno fatto nei primi tempi di vita. In particolare i primi due mesi sono fondamentali, ma in realtà il gatto impara fino al primo anno di vita, quando diventa “maggiorenne”, un giovane adulto. Se in questa fase ha avuto delle buone esperienze, sarà più disponibile a situazioni nuove. Viceversa sarà più “scontroso” e timoroso.

Ma ci sono anche differenze tra gli esseri umani: alcune persone sono più capaci di relazionarsi ai gatti. Non dimentichiamo che è sempre un rapporto a due.













Fonte
http://www.focus.it/ambiente/animali/Il_gatto_uno_dei_migliori_amici_dell_uomo_C12.aspx

giovedì 18 luglio 2013

IL mio PRIMO Gatto

Accogliamolo in casa per la prima volta


Congratulazioni, avete portato un gatto a casa: l’inizio di un rapporto meraviglioso, pieno di tenerezza e divertimento … a patto di iniziare con il piede giusto! Ecco alcune regole fondamentali da tener presenti quando si porta il gatto a casa per la prima volta.

1Siate pronti

Prima di portare a casa vostra casa un gatto, fate una lista delle cose che potrebbero servirvi: lettiera, cibo, ciotole, cuccia, spazzole e pettini, giochi, tiragraffi, ecc… (proprio come se vi steste preparando all’arrivo di un bebé). Assicuratevi che tutti i membri della vostra famiglia siano d’accordo nell’adottare un gatto e nel prendersene cura (dargli da mangiare, pulirgli la lettiera, farlo giocare, ecc…), e che tutti sappiano che le gioie di questa convivenza arriveranno solo quando il gatto si sarà ambientato.

2 Tornando a casa

La prima cosa da sapere sul vostro nuovo animale domestico è che i gatti odiano viaggiare. Per il viaggio verso casa confinatelo in un trasportino robusto; non lasciatelo libero in macchina, dove potrebbe girare, magari distrarvi e causare un incidente, o uscire quando si apre la portiera della macchina. Potrebbe miagolare e cercare con forza di uscire del trasportino, ma senza alcun danno.

3 All’arrivo

Arrivati a casa, il vostro gatto, molto probabilmente, non sarà in vena di divertimento. Per rendere il suo adattamento il più confortevole possibile, scegliete una zona della casa che sia tranquilla e al riparo dal traffico casalingo, come ad esempio uno sgabuzzino o la vostra camera da letto, nella quale sistemerete la lettiera, acqua e cibo, qualche gioco e un tiragraffi. Lasciate che il vostro nuovo animale domestico prenda confidenza con quel piccolo ambiente per i primi giorni. Assicuratevi di trascorrere molto tempo con lui in quella stanza, ma se si nasconde sotto il letto, non costringetelo a venire fuori. Se necessario, sedetevi sul pavimento e parlate con lui o dategli qualcosa che lo attiri (del cibo oppure un gioco). Lasciatelo annusare tutte le cose ed esplorare tutti i possibili nascondigli. Il vostro gatto potrebbe essere spavaldo e sicuro di sé, ed uscire allo scoperto nel giro di poco tempo, oppure potrebbe aver bisogno di più tempo per adeguarsi: comunque vada lasciategli tutto il tempo che si prende!

4 La prima settimana

Mediamente ad un gatto servono dai sette ai quattordici giorni di relax per ambientarsi a ciò  che lo circonda; accompagnatelo alla scoperta del resto della vostra casa, compresi eventuali altri animali domestici o/e gli altri membri della famiglia. Assicuratevi, in ogni caso, che l’accesso alla “sua” stanza sia sempre libero, in modo che vi si possa ritirare ogni volta che ne senta il bisogno. Ci vorrà un po’ di tempo, ma alla fine acquisterà fiducia e lo vedrete girare tranquillamente per casa, andando in posti per voi impensati.

5 La visita dal veterinario

Entro la prima settimana portatelo dal veterinario per un esame completo circa suo stato di salute; fissando questo appuntamento ancora prima di prendere il gatto. In modo da essere pronti per ogni evenienza.






6 Le buone abitudini

Ora che siete tranquilli, e anche il vostro amico lo è, ricordatevi di dargli subito delle regole e abituatelo a rispettare la vostra casa. NON sgridatelo e NON picchiatelo MAI!


Fonte
http://accessorigatti.com/blog/educazione/prendere-un-gatto/